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Scopri come scrivere correttamente gli Objective and Key Results ed evitare gli errori OKR più pericolosi

 

Se mi hai seguito durante il mio percorso, partito con la guida di approfondimento su OKR cosa sono, saprai che OKR è l’acronimo di Objective and Key Results, altrimenti tradotto come “Obiettivo e Risultati Chiave”.

Perché torno a parlare di cosa sono OKR? Per un duplice ordine di motivi: vorrei continuare il discorso che abbiamo iniziato insieme e, soprattutto, mi intriga capire per quale motivo una metodologia riscuote successo.

E il metodo OKR di successo ne riscuote in misura sempre crescente, dal momento che è considerato dalle grandi aziende e dalle principali organizzazioni come uno strumento efficace per definire la strategia, attraverso un processo molto lineare:

  • Direction = Definizione dell’obiettivo e direzione da seguire
  • Milestones = pietre miliari utili per misurare i progressi vs la direzione impostata
  • Communication = comunicazione chiara e condivisa di ciò che si desidera ottenere.

QUOTE Il metodo OKR è usato in forma collaborativa dai team per definire obiettivi ambiziosi, da perseguire attraverso risultati misurabili.

okr metodo

Quando l’organizzazione (divisione, reparto, o team) stabilisce degli obiettivi, anche molto sfidanti, fissando delle tappe concordate e misurabili, spinge le persone coinvolte a mantenere il focus sulle priorità, convogliando le energie sull’aspirazione a grandi risultati.

Viceversa, OKR sbagliati possono minacciare la strategia aziendale, impostando una direzione imprecisa, misurata da metriche poco rilevanti. Con conseguente spreco di tempo e denaro.

Eccoci arrivati al punto: esistono OKR sbagliati? Sì! Sono quelli appena descritti che possono rappresentare un pericolo per la strategia. Per tale motivo in questo articolo mi concentrerò su come scrivere correttamente gli Objective and Key Results, prendendo spunto da esempi di successo ed evidenziando gli errori OKR da evitare.

 

OKR cosa sono e perché piacciono?

 

Obiettivi audaci, risultati chiave misurabili, condivisione del piano di lavoro e, nei casi di obiettivi ambiziosi e a lungo termine, anche della vision.

Ecco gli ingredienti del successo degli OKR: una metodologia che mette le persone, i team e le organizzazioni nelle condizioni giuste per visualizzare gli obiettivi e articolare risultati intermedi misurabili, in un allineamento reciproco funzionale grazie a una comunicazione lineare e trasparente.

Non ti sembra tutto perfetto? Forse anche troppo… E in effetti, affinché il meccanismo funzioni, sarà necessario non soltanto creare OKR su misura per la specifica azienda e organizzazione, ma anche saperli tradurre bene in pratica.

Per farlo è opportuno capire come scrivere correttamente OKR: in altre parole dobbiamo imparare a evitare errori che possono essere dannosi per l’azienda o per l’organizzazione.

Gli esempi OKR ai quali faccio riferimento nei prossimi capitoli mi servono da un lato come authority (vd. OKR Google) e dall’altro sono utili per evitare errori che, nella mia esperienza di Product Manager, ho visto ripetersi troppo spesso: obiettivi poco chiari o dal basso valore aziendale, risultati chiave non misurabili, risultati chiave misurabili e utili ma non sufficienti, disallineamento del team e altri che ti illustro in dettaglio nel prossimo capitolo.

 

Come scrivere correttamente gli OKR secondo Google

 

Per dare autorevolezza e sostanza a ciò che scrivo faccio ricorso, come detto, alla mia esperienza sul campo (avrò occasione in uno dei prossimi articoli di entrare nel merito di OKR aziendali reali) e dall’altro al più illustre teorizzatore degli Objective and Key Results: John Doerr.

Il leggendario venture capitalist, nel suo bestseller “Measure What Matters” (n. 1  nella classifica del New York Times), ha non soltanto definito gli OKR cosa sono, ma ha anche chiaramente illustrato i più comuni errori di scrittura. Su questi ultimi ho deciso di fare focus per dare modo a chi legge di non commettere tali errori e nel caso di attuare le dovute correzioni, seguendo gli esempi su come scrivere correttamente gli obiettivi e i risultati.

 

OKR Google struttura

 

Nella tabella seguente ho sintetizzato le caratteristiche degli OKR di Google, così come descritti da John Doerr.

  Obiettivi Risultati Chiave
Cosa sono? Ciò che cerchiamo di raggiungere Tappe di avvicinamento al raggiungimento dell’obiettivo
Come sono? Prioritari e trasparenti per l’intera organizzazione (dalla base al CEO) Misurabili nel tempo e nella quantità/qualità

 

Come scrivere correttamente OKR: Ambizioso vs Irrealistico

 

Un obiettivo ambizioso è quello che si chiede al metodo OKR, anche se tale caratteristica aumenta le possibilità di fallimento. D’altro canto però il pericolo non è quello di fallire perché l’obiettivo è ambizioso, quanto piuttosto perché viene ritenuto irrealistico dai team di lavoro. In questo caso i membri potrebbero essere sfiduciati e non modificare le loro priorità. La soluzione? Pianificare risultati chiave quanto più misurabili, concreti e time-based per riportare il focus dei team di lavoro nella direzione dell’obiettivo settato.

 

Errore OKR “As Is”

 

L’obiettivo è finalizzato a un miglioramento, anche attraverso passaggi critici. Troppo spesso gli obiettivi sono scritti pensando allo stato di fatto e a ciò che da esso si può ottenere. Scrivere un OKR così progettato non modifica nulla e non produce, perciò, quel valore necessario per alimentare la crescita e per impattare positivamente sul processo.

 

Come scrivere correttamente OKR: “A che serve?”

 

Come detto l’obiettivo mira a produrre valore aziendale. Se non è così non vale la pena destinarvi alcuna risorsa. Se gli obiettivi sono di basso valore (LVO = Low-Value Objectives) il loro raggiungimento non è utile e non impatterà ad alcun livello aziendale.

 

Errore OKR: “Not enough”

 

Quando scriviamo un Obiettivo + Risultati Chiave un errore abbastanza frequente è quello di non centrare tutti i risultati, ovvero individuiamo KR necessari ma non sufficienti per condurci all’obiettivo. Del resto è più facile essere attratti da risultati che evitano impegni difficili in termini di impiego di risorse e di livello di rischio. Il pericolo che si cela dietro questa trappola è insidioso, perché rischiamo di accorgerci tardi sia di quali sono i risultati indispensabili per l’obiettivo, sia del fatto che tale obiettivo non sarà completato in tempo.

Cosa si può fare? Qualora i KR siano soddisfatti, ma non l’intento finale, è opportuno rielaborare i KR fin quando il loro completamento non indichi chiaramente che la strada verso l’obiettivo finale è giusta e sarà percorsa con successo nei tempi previsti.

 

Come scrivere correttamente gli OKR? Let’s stretch!

 

Torno ancora una volta, molto volentieri, a John Doerr che nel libro sugli OKR parla di “stretch goals”. A mio avviso, una delle chiavi di lettura per come scrivere correttamente gli Objective and Key Results è proprio questa: allungare gli obiettivi appena oltre la soglia di ciò che è pensabile.

Mi spiego meglio e scrivo la seguente formula OKR: “Mi prefiggo di raggiungere X. Per farlo misurerò i risultati delle attività A, B, C da completare entro il tempo T1”.

Come faccio a sapere se mi sto allungando a sufficienza? Semplice! Metto in conto che mentre mi allungo verso la meta c’è l’eventualità di una caduta e proprio perciò mi prefiggo dei risultati intermedi che mi permettono di calibrare il mio sforzo e che mi danno la misura del limite.

In ogni caso il fallimento fa parte del mindset OKR: quando gli obiettivi sono allungati, già il 60-70% del loro completamento è già un successo.

“Più difficile è l’obiettivo, maggiore è il livello di prestazioni. Per quanto le persone con obiettivi molto difficili li raggiungano molto meno spesso rispetto alle persone con obiettivi più facili, esse si comportano costantemente a un livello superiore rispetto alle altre”. (Edwin Locke)

okr stretch goals

 

Come scrivere correttamente O (=Obiettivi)

 

La formula per scrivere correttamente gli OKR inizia con la definizione dell’obiettivo che, lo ricordo, deve essere sfidante (alias stimolante) e chiaro.

Sarà la meta verso la quale il team si dirige e ogni membro dell’organizzazione deve essere in grado di interpretarlo, capirlo e assimilarlo. Sarà per tutti un pungolo a dare un quid in più per poterlo raggiungere e abbastanza ampio da permettere un margine di manovra.

Quando scrivi un obiettivo ti concentri sulla sua qualità, più che sulle metriche. Quelle arriveranno in un secondo momento. Adesso stai immaginando la rotta e deve essere memorabile e coinvolgente.

 

Come scrivere correttamente KR (= Key Results)

 

I risultati chiave (Key Results) indicano la progressione di avvicinamento verso l’obiettivo e lo fanno in modo quantitativo e misurabile: “Se non ha un numero, non è un risultato chiave”, ha detto l’ex vice presidente di Google Marissa Mayer.

Alla luce di tale illuminante premessa, chiudo questa guida su come scrivere correttamente gli OKR, con un elenco di suggerimenti relativi a cosa non fare quando si impostano i KR.

  • No lista della spesa: le metriche dei risultati non sono equivalenti alle iniziative dei task e del To-Do.
  • No too much: ogni obiettivo ha minimo 2 e massimo 5 KR. Se superi il limite rischi che siano troppi da monitorare e da controllare.
  • No disallineamento: non impostare i KR in solitaria, ma condividili con i team di lavoro esattamente come richiede la comunicazione trasparente del metodo OKR.
  • No set and forget: immaginare una meta e impostare delle tappe senza darsi dei tempi di verifica e senza un follow-through regolare è come equiparare O+KR a generici ‘buoni propositi’ per il nuovo anno.

 

come scrivere correttamente okr errori da evitare

In conclusione: come scrivere correttamente gli OKR?

 

Trovare la formula per scrivere OKRs performanti ed efficaci è un’attività stimolante e impegnativa che richiede la capacità di guardare oltre il pensabile, facendo focus al contempo sulle tappe intermedie.

Per iniziare nel modo giusto, ti consiglio di porre a te e al team la domanda “Perché è importante?” relativamente all’obiettivo (O) e di prediligere come metriche (KR) quelle numeriche rispetto a quelle binarie.

Un aspetto da non sottovalutare è la motivazione al miglioramento attraverso la definizione di uno “stretched goal” che contempla la possibilità del fallimento.

Allo stesso modo nel quale imparerai dal fallimento, così celebrerai i successi.

Se cerchi idee per i tuoi Objective and Key Results, dai un’occhiata all’articolo su esempi OKR. Per aiutarti a iniziare o per una consulenza professionale non esitare a contattarmi.

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