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Eventi Scrum Sprint: cosa sono e perché trasformano le idee in valore?

Dal momento che lo Scrum Sprint rappresenta il cuore pulsante della metodologia Scrum, ovvero il momento in cui l’idea si trasforma concretamente in valore, ho scelto di concentrare la mia attenzione sugli eventi fondamentali che lo compongono. Questi eventi non sono semplici rituali: sono strumenti essenziali per guidare il team verso il raggiungimento del Product Goal.

Ecco le intenzioni che mi propongo prima di cominciare:

  • Ripassare in modo chiaro e pratico i quattro eventi chiave dello Scrum Sprint:

    • Sprint Planning

    • Daily Scrum

    • Sprint Review

    • Sprint Retrospective

  • Individuare i punti focali più utili ed efficaci per un utilizzo ottimale degli Sprint all’interno del framework Scrum, al fine di trarne il massimo valore.

Cos’è lo Scrum Sprint: focus su Empirismo

Ogni Sprint di Scrum può considerarsi come un progetto breve, con una durata precisa e obiettivi ispezionabili e misurabili. Ecco i punti che fisso bene per creare uno Scrum Sprint di valore:

  • La durata media prefissata dello Sprint in Scrum è di circa 2,4 settimane (da un minimo di 1 settimana a un massimo di 4 settimane).
  • Posso progettare Sprint più brevi per supportare cicli di apprendimento del Team e concentrare gli sforzi in un lasso di tempo più corto.
  • Il Product Backlog non è immutabile bensì ispezionabile e perfezionabile, secondo necessità, al fine di un adattamento progressivo verso il Product Goal.
  • Dopo ogni Sprint si dà inizio a quello successivo.

Adesso non resta che richiamare come input il fondamento di base della Teoria Scrum, al quale posso fare ricorso prima di avviare gli eventi di Scrum. La risposta è univoca: il Principio dell’Empirismo che insegna a “imparare facendo” nei processi complessi, dove non è possibile sapere in anticipo cosa accadrà.

Dal momento che nei lavori complessi il livello di informazione iniziale è solitamente scarso e basato su ipotesi, non potrò pianificare né nel dettaglio, né anticipatamente. Però potrò imparare mentre faccio e quindi reinserire le informazioni ottenute nel processo.

LBD (Learning By Doing) – Il mio focus perciò non è su costruire un piano perfetto, ma sui risultati che ottengo così che sarò in grado di prendere decisioni strategiche e lungimiranti sulla base di ciò che è già accaduto.

 

Sprint Scrum LBD

Sprint Planning: focus su Tempo

Sono pronto a dare avvio allo Sprint di Scrum e metto in atto il primo evento: la pianificazione dello Sprint. Per prima cosa richiamo alla memoria a cosa serve lo Sprint Planning, ovvero a definire cosa può essere rilasciato e come avverrà il processo di lavoro. Dopodiché posso decidere:

  1. quanto durerà il timebox;
  2. il punto di partenza;
  3. il traguardo.

Lo faccio in collaborazione con l’intero Scrum Team che opera come un organismo unico all’interno dell’intero Scrum Sprint.

Scrum Sprint: Timeboxing

Il Timeboxing consiste nel fissare un limite massimo di tempo per ogni evento Scrum. È una pratica fondamentale perché impedisce alle attività di estendersi all’infinito e favorisce la concentrazione del team sugli obiettivi da raggiungere entro una scadenza precisa. In sostanza, è un modo per dire: “Abbiamo questo tempo, usiamolo al meglio”.

Durante lo Sprint Planning, cioè l’incontro iniziale che avvia ogni nuovo Sprint, il Timebox massimo è di otto ore per uno Sprint di un mese. Se lo Sprint è più breve, il timebox si riduce proporzionalmente. Tuttavia, non esiste un tempo minimo da rispettare. Questo significa che se il team riesce a trovare un accordo rapidamente, chiarendo il cosa e il come del lavoro da svolgere, l’incontro può concludersi anche prima.

Quanto dura lo Sprint Planning?

La pianificazione dello Scrum Sprint dovrebbe vincolare non oltre due ore per ogni settimana di lavoro del Team. Ad esempio, per uno Sprint della durata di 2 settimane lo Sprint Planning ammonterà complessivamente a massimo 4 ore (2 ore max per settimana).

timebox sprint scrum

Sprint Scrum: focus su Obiettivo durante il planning

Durante lo Sprint Planning, ho sempre ben chiaro qual è il vero obiettivo dell’evento: costruire un piano d’azione chiaro e sufficiente per guidare il lavoro del team fino al termine dello Sprint. È importante ricordarlo, perché c’è sempre il rischio di perdersi nei dettagli, analizzando troppo ogni singolo punto. In realtà, quello che ci serve non è la perfezione, ma una traiettoria chiara da seguire.

In Scrum, non esistono ruoli isolati: che io sia Developer, Product Owner o Scrum Master, agisco sempre come parte integrante dello Scrum Team. È con questo spirito di collaborazione che affronto la pianificazione, consapevole che il piano che stiamo creando ha uno scopo molto più ampio di una semplice lista di cose da fare.

Quel piano è lo strumento che:

  • Aumenta la concentrazione collettiva sul risultato da raggiungere;

  • Favorisce l’auto-organizzazione del team, permettendo a ciascuno di muoversi con maggiore autonomia e chiarezza;

  • Funge da guida e protezione, aiutandoci a evitare distrazioni, deviazioni e ripensamenti continui.

In sintesi, lo Sprint Planning è il momento in cui piantiamo i semi del nostro successo. E per farlo bene, serve una visione d’insieme, spirito di squadra e la giusta dose di fiducia in ciò che stiamo costruendo insieme.

Come ottimizzo lo Sprint Planning?

Il framework Scrum incoraggia il Team a fare uno Sprint tale da fornire un prodotto di valore, cogliendo dal processo le occasioni per imparare e per migliorare costantemente.

Tengo a mente questo concetto e invece di pianificare ogni minuto dello Scrum Sprint mi concentro sull’obiettivo: questo motiverà il gruppo di lavoro a trovare soluzioni intelligenti e idee alternative per tagliare il traguardo, definendo in modo chiaro sia il risultato, che le modalità di azione. A tal proposito mi assicuro che lo Sprint Backlog sia ordinato e condiviso, in modo tale da consentire allo Scrum Team di raggiungere l’obiettivo primario dello Sprint Planning: definire il cosa (lo Sprint Goal) e il come (il processo pratico).

In ogni caso mi concentro, nella prima parte dello Sprint Planning, sui risultati piuttosto che su ogni singolo compito lavorativo: faccio focus sull’obiettivo e lascio in secondo piano i dettagli, compresi la concatenazione logica dei compiti, la responsabilità del lavoro e la quantificazione del tempo necessario, che comunque non perdo mai di vista grazie allo Sprint Backlog.

Lo Sprint Backlog definisce elementi che possono essere progettati pensando a un singolo risultato, mentre lo Sprint Goal descrive a livello avanzato l’obiettivo finale del processo di lavoro su un arco temporale prestabilito.

 

target-group-scrum-team

Daily Scrum: focus su Adattamento

La Guida Scrum (aggiornata nel 2020) è molto puntuale sulla duplice finalità del Daily Scrum:

  • Funzione di ispezione per i progressi verso lo Sprint Goal
  • Funzione di adeguamento del prossimo lavoro in programma

L’adeguamento del lavoro pianificato si attua mediante l’adattamento dello Sprint Backlog alle necessità prioritarie e alle esigenze contingenti. Si parla cioè di soluzioni adattive proprio per indicare questa flessibilità dello Sprint Backlog sia in relazione allo stato dei fatti, sia (soprattutto!) in relazione al lavoro da attuare.

L’etologia ci insegna che gli esseri viventi sviluppano facoltà di adattamento per migliorare le proprie opportunità e per rispondere alle minacce.

soluzioni adattive daily scrum

Come si svolge il Daily Scrum?

L’evento giornaliero dello Scrum Sprint dura 15 minuti e coinvolge tutti i Developers del Team. Gli sviluppatori si concentrano per capire come lavorare insieme per raggiungere lo Sprint Goal e creare il relativo Incremento entro la fine stabilita dello Sprint. Nello specifico questa è la struttura base di un Daily Scrum:

      Verso una gestione Agile del lavoro
  • Durata: 15 minuti
  • Cadenza: 24h di distanza
  • Partecipanti: Developers dello Scrum Team
  • Missione: ottimizzare le probabilità che lo Scrum Team raggiunga lo Sprint Goal

Gli sviluppatori usano il Daily Scrum per ispezionare l’avanzamento del lavoro verso lo Sprint Goal e per evidenziare eventuali ostacoli lungo il processo che porta alla tappa successiva. Non ci sono tecniche imposte o metodi prestabiliti: i Developers hanno mano libera, purché si concentrino sull’avanzamento verso lo Sprint Goal e producano un piano fattibile per la giornata seguente di lavoro.

Posso così riassumere ruoli e svolgimento del Daily Sprint Scrum:

  • Gli Sviluppatori sono i responsabili del Daily Scrum.
  • Se il Product Owner o lo Scrum Master sono parte operativa sugli elementi dello Sprint Backlog anche essi partecipano in qualità di Developers.
  • Lo Scrum Master ha la responsabilità di assicurarsi che l’incontro avvenga e che si mantenga entro il time-box di 15 minuti.
  • Se altri membri esterni allo Scrum Team sono presenti, lo Scrum Master si accerta che non interrompano la riunione.

Sprint Review: focus su Ispezione

L’ispezione già presente nel Daily Scrum diventa una parte essenziale dell’evento successivo: la Sprint Review. Rispetto all’ispezione della riunione giornaliera, però, quella che si attua nel penultimo evento dello Scrum Sprint porta in campo due elementi distintivi:

  • Stakeholders
  • Product Owner

Non mi dilungherò su chi sono queste figure (per la differenza fra Product Manager e Product Owner ti rimando qui), quanto piuttosto sulle relazioni che si creano fra i due nuovi elementi agenti e il Team impegnato nello Sprint Scrum.

Tra le sue responsabilità più importanti, il Product Owner ha quella di identificare gli Stakeholder principali e invitarli alla Sprint Review, ovvero la riunione che si tiene alla fine di ogni Sprint. Questo momento è fondamentale, perché consente di aprire un canale diretto di confronto tra il team e gli Stakeholder, in modo trasparente e costruttivo.

Durante la Sprint Review, il Team di sviluppo presenta ciò che è stato realizzato: si tratta di un’occasione per mostrare il lavoro concreto, discuterne insieme e valutare cosa è stato effettivamente completato o non completato. Non è solo una presentazione, ma un vero momento di ispezione collaborativa, in cui tutte le parti valutano i risultati raggiunti e il progresso verso il Product Goal.

È altrettanto importante capire che la Sprint Review non riguarda solo ciò che è stato fatto. Si analizzano anche eventuali cambiamenti che hanno influenzato il lavoro, e si valutano le possibili ricadute sul percorso futuro.

Sulla base delle informazioni empiriche raccolte tutti i partecipanti collaborano nel decidere cosa fare dopo, modificando il Product Backlog nel caso siano individuate nuove opportunità soddisfacibili. Il risultato finale è un Product Backlog rivisto che delinea gli elementi eleggibili per il Product Backlog del prossimo Sprint.

occhio sprint review

Come si svolge la Sprint Review?

Prima di passare al focus sull’ultimo evento dello Scrum Sprint, ho sintetizzato la struttura base della Sprint Review:

  • Durata: 4 ore per uno Sprint di un mese
  • Partecipanti: Scrum Team e tutte le persone invitate dal Product Owner
  • Missione: fornire un input valido per la successiva sessione di Sprint Planning

Retrospective Sprint Scrum: focus su Miglioramento

La Sprint Retrospective è l’atto conclusivo dello Sprint e l’occasione per riflettere su qualità ed efficacia. Una volta giunti al termine della revisione e prima della prossima pianificazione, lo Scrum Team al completo (Developers, Scrum Master e Product Owner) procede a un’ispezione mirata sui seguenti fattori:

  • Persone (People)
  • Interazioni (Human Relationship)
  • Processi (Work Flow)
  • Strumenti (Tools and Methods)
  • Impegno (Definition of Done)

A seconda della responsabilità si giocano ruoli diversi nell’incontro.

Al termine di ogni Sprint, lo Scrum Team al completo si riunisce per la Sprint Retrospective: un momento prezioso per guardarsi indietro e riflettere insieme. L’obiettivo non è giudicare, ma capire cosa ha funzionato e cosa invece può essere migliorato.

Si parte dall’analisi di ciò che è andato bene: riconoscere i successi è fondamentale per rafforzare la motivazione e valorizzare ciò che ha portato risultati concreti. Poi si passa ai problemi emersi durante lo Sprint. Questi vengono prima identificati con chiarezza e poi analizzati nel dettaglio per comprendere le cause e valutare come sono stati (o non sono stati) risolti.

Le proposte di miglioramento più efficaci vengono subito messe al centro del confronto. Il team discute apertamente su quali cambiamenti possano portare un impatto reale nel prossimo Sprint. Se alcuni spunti risultano particolarmente validi, possono essere trasformati in azioni concrete da inserire direttamente nello Sprint Backlog successivo.

Il compito dello Scrum Master è cruciale in questa fase. È lui a stimolare il dialogo, a creare un ambiente sicuro e inclusivo in cui tutti possano esprimersi liberamente. Ma non solo: il suo ruolo è anche quello di guidare lo Scrum Team verso un processo di lavoro più efficace, cercando di renderlo anche più piacevole, coinvolgente e stimolante.

In fondo, la Retrospective non è solo una riunione tecnica: è uno spazio di crescita condivisa, dove ogni membro del team può contribuire a rendere il lavoro migliore, sprint dopo sprint.

Nella Sprint Retrospective, lo Scrum Team considera di valore ogni strumento usato e ogni metodo applicato per accrescere la qualità del prodotto, migliorando il processo di lavoro e i flussi di comunicazione. Lo Scrum Team può decidere di adattare la definizione di “Fatto” se ciò è appropriato e non collide né con gli standard di prodotto, né con quelli dell’organizzazione.

 

improve scrum retrospective

Come si fa la Sprint Retrospective?

Nel rispetto dei principi cardine di Scrum – come la semplificazione, l’auto-gestione e la responsabilità condivisa – la metodologia non impone un’unica modalità per svolgere la Sprint Retrospective. Anzi, lascia piena libertà al team di scegliere il formato che meglio si adatta al proprio stile di lavoro e alla cultura interna.

Tuttavia, se c’è uno schema che personalmente ho trovato particolarmente efficace per stimolare il miglioramento continuo, è quello chiamato “Start-Stop-Continue”. Si tratta di una semplice ma potente struttura che aiuta il team a riflettere in modo costruttivo:

  • Start: Cosa dovremmo iniziare a fare per migliorare?

  • Stop: Cosa dovremmo smettere di fare perché non è utile o addirittura dannoso?

  • Continue: Cosa sta funzionando e va assolutamente mantenuto?

Questa modalità incoraggia tutti i membri dello Scrum Team a esprimersi con chiarezza, a proporre cambiamenti concreti e a orientarsi verso obiettivi di qualità sempre più alti.

Alcune informazioni operative fondamentali:

  • Durata: La Retrospective non dovrebbe superare le tre ore in caso di Sprint mensile. Per Sprint più brevi, anche la durata della Retro si accorcia proporzionalmente.

  • Partecipanti: Lo Scrum Team al completo è chiamato a partecipare: Developer, Product Owner e Scrum Master.

  • Missione: Alla fine dell’incontro, il team dovrebbe aver individuato miglioramenti praticabili da applicare già nel prossimo Sprint.

Il vero valore di questo evento sta nel suo potere trasformativo. Quando i miglioramenti vengono messi in pratica, si dimostra concretamente che il team ha saputo apprendere dall’esperienza, adattarsi alle osservazioni emerse e portare evoluzione reale nel proprio modo di lavorare.

In altre parole, la Retrospective diventa il punto di partenza per un ciclo virtuoso di crescita continua.

La Retrospettiva dello Scrum Sprint è la più ghiotta occasione per l’intero team per ispezionare sé stesso e il proprio lavoro e per pianificare azioni programmate di miglioramento da mettere in pratica nello Sprint a venire.

Con uno slancio propositivo verso il miglioramento continuo, sia del processo che delle persone coinvolte, lo Scrum Sprint si conclude… solo per ripartire immediatamente. E si riparte proprio da dove tutto ha inizio: dallo Sprint Planning.

In questa nuova fase, tutti i protagonisti tornano in scena, pronti a dare nuovo slancio al ciclo di lavoro. È un momento di rinascita operativa, in cui lo Scrum Team al completo si ritrova per costruire il futuro prossimo insieme.

I ruoli ritornano al centro del palco, ognuno con la propria voce:

  • Il Product Owner ha il compito di chiarire e definire il valore che si intende generare. Attraverso una visione lucida delle priorità, guida il team nella selezione degli elementi più significativi dal Product Backlog.

  • I Developers ascoltano, valutano e riflettono su quanto proposto. Il loro obiettivo è comprendere se e come possono realizzare gli obiettivi dello Sprint. In questa fase, si pongono domande pratiche, individuano le possibili complessità e definiscono il lavoro necessario per raggiungere lo Sprint Goal.

  • Lo Scrum Master agisce come facilitatore attivo: non è un supervisore, ma un motivatore e un sostenitore del team. Si assicura che la pianificazione si svolga nei tempi stabiliti (rispettando il timebox), che tutti abbiano modo di contribuire e che lo spirito Scrum venga rispettato. Partecipa attivamente, monitorando e supportando ogni fase dell’incontro.

Questa ripartenza ciclica è ciò che rende lo Scrum Sprint uno strumento così potente: ogni iterazione è un nuovo inizio, arricchito da ciò che si è imparato in quello precedente. La squadra cresce, si adatta e migliora costantemente, sprint dopo sprint.

In questo modo, il lavoro non è mai statico, ma in continua evoluzione, proprio come le persone che lo realizzano.

Verso una gestione Agile del lavoro

Lo Scrum Sprint non è solo una sequenza di eventi o un metodo di lavoro: è un vero e proprio approccio alla crescita continua, basato su fiducia, collaborazione e capacità di adattamento. All’interno di questo breve ma intenso ciclo, ogni membro del team trova spazio per esprimere il proprio valore, contribuendo in modo attivo alla creazione di un prodotto significativo.

Abbiamo visto come ogni evento dello Sprint – dalla pianificazione alla retrospettiva – sia progettato per offrire chiarezza, stimolare l’auto-organizzazione e, soprattutto, creare valore tangibile per l’utente finale. Il tutto mantenendo sempre un equilibrio tra struttura e flessibilità.

Attraverso la pratica regolare di ispezione e adattamento, lo Scrum Team ha la possibilità di imparare sprint dopo sprint, migliorando non solo il prodotto, ma anche il modo in cui lavora insieme. È proprio questa capacità di apprendere facendo, il cuore dell’empirismo su cui si fonda Scrum.

Se sei all’inizio del tuo percorso nel mondo Agile, ricorda questo: non è necessario sapere tutto subito. Inizia, osserva, impara e cresci insieme al tuo team. Lo Scrum Sprint sarà la tua palestra quotidiana di apprendimento e miglioramento continuo.