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mercato cloud italiano cop

I dati pubblicati dall’Osservatorio Cloud Transformation confermano che il mercato Cloud in Italia è sufficientemente maturo per un’ulteriore progressione. Lo studio dimostra che tale tecnologia può giocare un ruolo rilevante nel sistema Paese.

Così si spiegano gli investimenti pubblici nelle infrastrutture critiche come il PSN che supporteranno la transizione digitale all’interno della quale vige il principio del Cloud First

 

cloud computing italia europa

 

E anche nel settore privato si assiste alla specializzazione dei servizi Cloud, diventati lo standard in diversi settori di impresa. Nelle aziende di grandi dimensioni il parco applicativo è al 44% su Cloud pubblico e su Cloud privato e già si guarda al sorpasso rispetto agli applicativi on-premise.

La nuvola è sempre più la norma e il valore del mercato Cloud italiano, pari a 3,84 miliardi di euro nel 2021 (+16% rispetto al 2020), non lascia spazio alle interpretazioni.

>>> Leggi qui il comunicato stampa completo sul mercato Cloud in Italia

Ma quale significato hanno questi numeri? È quello che andremo a scoprire in questo articolo di approfondimento. 

 

Cosa si intende per Cloud computing?

 

Prima di entrare nel merito del mercato Cloud italiano contestualizziamo il topic. E iniziamo da qualche informazione di base, come ad esempio il Cloud computing cos’è.

Il significato Cloud, dal punto di vista tecnologico, ci viene fornito dal National Institute for Standards and Technology. Ecco la definizione di Cloud computing (NIST): 

Il Cloud computing è l’insieme di servizi ICT (Information and Communication Technologies) accessibili on-demand e in modalità autonoma tramite tecnologie Internet. Tali servizi, basati su risorse condivise, sono caratterizzati dalla veloce scalabilità e dalla precisa misurabilità delle performance.

Quali sono i vantaggi economici dei modelli Cloud computing? I costi sono ridotti, perché le risorse condivise consentono di raggiungere economie di scala ed abilitano l’erogazione flessibile dei servizi per diversi profili di domanda e a seconda delle esigenze dell’organizzazione.

La forbice fra richieste e consumi nel paradigma del Cloud computing si azzera, così come si riduce il rischio legato ai progetti IT: da un investimento a capitale fisso si passa a un modello di investimento variabile basato sulle spese operative correnti.

In sintesi, ecco cosa si intende per Cloud computing: la distribuzione dei servizi di calcolo che rispondono alle esigenze di innovazione e offrono risorse flessibili in economie di scala.

Nel mercato Cloud:

  • Paghi per ciò che consumi → risparmi sui costi operativi
  • Infrastruttura agile e risorse flessibili → massimizzi l’efficienza 

 

Mercato Cloud italiano: quali sono i tipi di Cloud computing?

 

Quando si parla di mercato del Cloud è importante capire che tale tecnologia si diversifica a seconda sia del tipo di distribuzione, sia del tipo di servizi.

La distribuzione è l’architettura di Cloud computing, ovvero la modalità in cui sono implementati i servizi cloud. Le principali architetture Cloud sono: Cloud pubblico, Cloud privato e Cloud ibrido.

 

Cloud pubblico

 

Nel Cloud pubblico la proprietà e la gestione di hardware, software e infrastruttura sono del provider di servizi, il quale fornisce le risorse condivise da più utenti tramite Internet.

Rischio di impresa e spese correnti sono interamente a carico del provider. Il cliente paga a consumo, a seconda dei servizi fruiti.

Gli esempi dei principali provider di Cloud pubblico sono: Amazon Web Services (AWS), Google Cloud, IBM Cloud e Microsoft Azure.

 

public cloud

 

Cloud privato

 

L’architettura Cloud privato è relativa a risorse usate da una singola organizzazione o azienda, in modo esclusivo. In questo modello Clouding, il server può trovarsi nel data center della società, oppure può essere allocato presso provider di terze parti che ospitano cloud privati. 

Nel primo caso, la gestione sarà a carico del personale interno, mentre nel caso di allocazione in un server esterno sarà a carico dei tecnici specializzati di terze parti (Managed Private Cloud). In ogni caso gli asset fisici restano di proprietà dell’azienda.

 

private cloud

 

Cloud ibrido

 

Come dice il nome, il modello Cloud ibrido combina l’uso di Cloud pubblico e privato. Tale tecnologia permette di condividere dati e applicazioni fra le due architetture sottostanti e offre all’organizzazione il maggior livello di flessibilità, ottimizzando l’infrastruttura in termini di sicurezza. 

 

hybrid cloud

 

Servizi Clouding: SaaS, PaaS e IaaS

 

Abbiamo visto che la tecnologia differenzia le architetture di Cloud computing , distinguendo fra Cloud privati, pubblici e ibridi. Ci sono poi altri elementi che permettono di delineare il ‘sistema nuvola’ e di capire come si muove il mercato cloud Italia.

In particolare le tipologie di servizi erogati consentono un’ulteriore classificazione del Cloud computing e vengono distinte fra SaaS, PaaS e IaaS. 

 

Cloud SaaS (Software as a Service)

 

Nel modello SaaS il provider offre all’utente i software gestiti su Cloud. L’utente ne usufruisce tramite Internet on-demand e paga solitamente un abbonamento commisurato al consumo (per esempio numero di accessi, oppure numero di utenti abilitati).

Nel modello Cloud del software come servizio:

  • il provider gestisce sia le applicazioni software che l’infrastruttura;
  • l’utente fruisce on-demand, mediante connessione Internet, pagando una sottoscrizione.

 

Cloud PaaS (Platform as a Service)

 

I servizi PaaS sono ambienti per sviluppo, gestione e distribuzione di applicazioni utilizzati principalmente dagli sviluppatori. Tale soluzione infatti alleggerisce il lavoro e permette ai developers di concentrarsi sulla creazione di app Web o mobile senza occuparsi degli elementi infrastrutturali, come database, sistemi di sicurezza, o application server.

Nel modello Cloud della piattaforma come servizio:

  • il provider mette a disposizione dell’utente piattaforme ottimizzate utilizzabili per testing, sviluppo ed erogazione di app custom;
  • l’utente si occupa solo di alcuni aspetti della piattaforma, dal momento che l’infrastruttura sottostante è gestita direttamente dal service provider ,oppure anche dalla divisione interna ICT. 

 

Cloud IaaS (Infrastructure as a Service)

 

Adottando una soluzione IaaS l’utente affitta da un provider Cloud l’infrastruttura IT, ovvero reti, sistemi operativi, server storage e VM (Virtual Machine). E paga in base all’effettivo consumo.

Nel modello Cloud dell’infrastruttura come servizio

  • il provider crea le risorse di calcolo, sulle quali l’utente installa e gestisce le applicazioni di proprietà;
  • l’utente può utilizzare le risorse in modo flessibile sulla base delle esigenze reali ed effettive.

 

cloud computing service pyramid

 

Cosa si intende per Cloud computing? Applicazioni presenti e future

 

Troppo spesso quando si parla di Cloud Transformation in Italia si pensa a qualcosa di molto lontano che riguarda soltanto i manager IT. Niente di più sbagliato. Già adesso e sempre di più nel prossimo futuro, molte attività dipenderanno da questa tecnologia. 

Approfondiamo brevemente questo aspetto, iniziando da alcuni esempi pratici di Cloud computing per poi passare a esempi su scala macro che trasformeranno strategicamente il sistema Paese.

 

Esempi pratici Cloud

 

Quando ci serviamo di un servizio online per inviare una email, per modificare in condivisione dei documenti, o per archiviare immagini usiamo la tecnologia Cloud computing. Ecco un paio di esempi.

Archiviazione e backup: possiamo trasferire file e dati su un sistema di Cloud esterno, accessibile da remoto e con qualsiasi device. Così facendo ottimizziamo i costi, razionalizziamo il data storage e alziamo il livello di sicurezza. Dropbox è l’esempio cloud per archiviazione più noto e più comunemente utilizzato.

Software on demand: ne abbiamo parlato descrivendo i servizi cloud di tipo SaaS. Con tale tecnologia siamo in grado di utilizzare al bisogno software per la condivisione di documenti o per la posta elettronica. In forma gratuita o su abbonamento. Gmail e Google Drive sono esempi SaaS fra i più esplicativi.

 

Esempi Cloud strategico

 

Il mercato Cloud italiano è influenzato in modo strategico dal PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede lo stanziamento di 1 miliardo di euro per il punto 1.2 della strategia, ovvero “Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud”.

Si parla di una platea potenziale di circa 16.600 enti divisi fra:

  • ASL
  • Aziende Ospedaliere
  • Comuni
  • Scuole

Il piano di azione agisce sulla pubblica amministrazione ma avrà effetti su tutti, dal momento che tocca sanità, educazione e vita civica. In particolare il Cloud PA porterà i seguenti vantaggi:

  • Erogazione più efficace dei servizi a cittadini e imprese
  • Miglioramento dei processi in termini di qualità e sicurezza
  • Risparmio di costi e maggiori risorse economiche da investire in nuovi sviluppi per la PA
  • Ottimizzazione dell’efficienza energetica delle infrastrutture IT e maggiore sostenibilità ambientale (vedi dismissione dei data center PA meno efficienti).

 

Quanto vale il mercato Cloud italiano?

 

Come ho anticipato all’inizio di questo articolo, il mercato Cloud Italia vale 3,84 miliardi di euro (+16% rispetto al 2020). Nel 2021, secondo i dati Eurostat più recenti, il nostro Paese si è posizionato al quinto posto in Europa per l’utilizzo del Cloud da parte delle aziende (+1% rispetto al 2020). 

Il raffronto della crescita in termini di valore assoluto +16% e di valore relativo +1% ci dà modo più avanti di fare delle considerazioni sulle prospettive del Cloud computing Italia.

Iniziamo a scomporre i dati complessivi, analizzando nel dettaglio il mercato Cloud Italia 2021.  La fotografia è stata scattata dall’Osservatorio Cloud Transformation, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e giunto all’undicesima edizione.

2,39 miliardi di euro (crescita annuale pari a +19%) sono stati spesi per il Public e Hybrid Cloud. L’interconnessione fra servizi Cloud privato e pubblico è quindi la principale voce di spesa. 

All’interno del Public & Hybrid Cloud i servizi PaaS hanno avuto la crescita maggiore +31% (valore pari a 390 milioni di euro). I servizi IaaS sono cresciuti del +23% (valore pari a 898 milioni di euro). I servizi SaaS, dopo il boom del 2020 (legato all’emergenza pandemica), si assestano su una dinamica del +13% e restando comunque la componente maggioritaria (valore superiore a 1,1 miliardi di euro).

 

infografica mercato cloud italiano 2021

 

814 milioni di euro (crescita annuale pari a +11%) sono stati spesi per il Virtual e Hosted Private Cloud, ovvero i servizi infrastrutturali allocati presso provider esterni.

Cosa si può dedurre da questi dati? Che la spesa complessiva per il Cloud computing in Italia continua a crescere e che il traino è rappresentato dai servizi PaaS. Questa tipologia di Clouding è quella più abilitante per la modernizzazione e per lo sviluppo applicativo, nonché per la gestione dei sistemi informativi.

 

Prospettive del mercato Cloud Italia

 

Nel percorso di digitalizzazione di imprese e organizzazioni, il Cloud computing si conferma un asset di business, in quanto strumento atto a garantire solidità e flessibilità.

I dati attestano che il parco applicativo nelle grandi imprese italiane è gestito al 44% da soluzioni in Cloud eterogenei. Una percentuale che dimostra come la quota di pareggio, rispetto agli applicativi on-premises, non sia lontana.

Eppure l’Osservatorio rileva anche delle criticità che possono rappresentare dei rischi per la crescita del mercato Cloud italiano. Quali? Ad esempio ben il 34% delle imprese non accompagna il percorso di Cloud Transformation con adeguate iniziative di change management.

In altre parole alla trasformazione tecnologica deve fare eco un cambiamento organizzativo che passa da:

  • reskilling specialistico del personale;
  • potenziamento dell’organico con specialisti in tecnologia Cloud computing;
  • revisione dei processi in ottica Cloud first.

Se da un lato quindi i numeri positivi indicano che la strada è giusta per conseguire importanti obiettivi strategici, dall’altro lato le imprese e la PA affrontano adesso la vera sfida.

Per mettere in atto una strategia a lungo periodo, che posiziona il Cloud al centro della Digital Transformation, gli investimenti di sistema possono dare la spinta per colmare il gap fra l’Italia e gli altri Paesi. Per tale motivo i fondi stanziati dal PNRR, nonché l’avvio del progetto Gaia-X , diventano un kick fondamentale per l’innovazione. 

E l’innovazione delle architetture informative e dell’interconnessione delle risorse distribuite in ambienti computazionali diversi, è quel vento in poppa del quale il Cloud italiano ha bisogno per il sorpasso sulle altre tecnologie.

 

vento in poppa